Pastore dell'Asia Centrale e del Caucaso
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

L'allievo Impara Cosi

Andare in basso

L'allievo Impara Cosi  Empty L'allievo Impara Cosi

Messaggio  dei Canonici Mer Nov 10, 2010 2:14 pm

Posto un articolo apparso sul sito Enci

La sig. Fossati e' stata invcaricata dall'Enci come valutatore per coloro che voglioni iscriversi all'Albo degli operatori pet-therapy.

I cani apprendono. Affermazione sempre utile a ricordarci che i cani posseggono capacità cognitive davvero raffinate. L’avvento della pet therapy ha portato notevoli cambiamenti nell’addestramento e nella preparazione dei cani poiché i compiti richiesti esulano da un normale contesto addestrativo e ciò ha richiesto maggiore attenzione e sensibilità verso le loro capacità cognitive e la loro sfera emotiva. Nell’evoluzione addestrativa si è notato che la capacità di astrazione e di critica è facilmente osservabile e consolidata: i cani risolvono i compiti con logica deduttiva e sono in grado di generalizzare gli apprendimenti. L’addestramento dei service dogs – cani per disabili motori- è in assoluto il più complesso fra tutti gli addestramenti. Riconoscono all’incirca 70 vocaboli riferiti ad oggetti, oppure a richieste, come: seduto, apri, chiudi, riporta, schiaccia ecc. ecc. Uno di questi, un pastore belga tervueren che vive in Germania, oltre a ciò ha imparato a comunicare attraverso degli “oggetti – simbolo” appesi alla parete: un portachiavi se vuole uscire, un triangolo se vuole giocare, un nodo di corda se ha sete. Al bisogno, prende in bocca l’oggetto e lo porta al suo padrone. Se ciò non bastasse, ha imparato a comunicare le difficoltà. Per es. se suona il cellulare mentre questi è posato sopra una mensola fuori dalla sua portata, afferra un barattolino di plastica (un contenitore di rullini fotografici), lo porta al padrone per poi condurlo verso la fonte della difficoltà. Il fatto sorprendente è che ha generalizzato il comportamento per tutte le difficoltà che incontra, quindi, se non riesce ha risolvere un compito che gli è stato insegnato, ha imparato a segnalarlo in questa maniera.

Così accumulano esperienze
Allen Parton, disabile motorio molto conosciuto in Inghilterra per il suo impegno in favore della corretta diffusione dei service dogs, durante un’intervista mi disse che nei suoi tour in TV, nelle scuole e nelle varie conferenze cui ha partecipato, ha sempre registrato fra la gente stupore e ammirazione per ciò che questi cani sanno fare, soprattutto quando racconta delle iniziative che i cani assumono in proprio, senza aver ricevuto alcun ordine, come per es., aprire l’armadietto delle pantofole per depositarle ai piedi della carrozzina senza che il padrone abbia impartito alcuna richiesta. Dice Parton: “Perché stupirsi? Tutte le sere, al rientro a casa, faccio la stessa cosa: mi tolgo le scarpe e chiedo al mio cane di portarmi le pantofole. Dopo qualche giorno, non c’è stato più bisogno di chiedere, perché il mio cane sapeva bene cosa fare…”

Le abilità dei cani
Riconoscere gli ostacoli dell’agility dog è una dimostrazione lampante della capacità dei cani di astrarre termini e concetti, simbolizzarli nella mente ed utilizzarli all’occorrenza. Molto spesso il cane di casa impara ad astrarre concetti utili, come: guinzaglio, pallina, pappa, osso. “Stavo per uscire di casa ma non trovavo più il guinzaglio, il mio cane sentendo questa parola è andato in cerca ed è tornato col suo guinzaglio in bocca”. “Ho chiesto per scherzo al mio cane di cercare la sua pallina… e lui... è andato in giardino... l’ha trovata e me l’ha riportata… non credevo ai miei occhi”. “L’altro giorno, dal balcone di casa ho visto mia sorella che transitava per strada…quando l’ho chiamata… il mio cane, che non poteva vederla per via del parapetto, nel sentire il suo nome per poco non si butta di sotto… dall’emozione” Sono affermazioni di padroni fieri, felici e un poco stupiti dell’intelligenza dei loro cani che non essendo in alcun modo stati addestrati, mettono in atto sequenze di comportamenti che hanno appreso ed elaborato nella serena quotidianità dei gesti e dei vocaboli utilizzati dall’uomo e che hanno permesso loro di potersi esprimere autonomamente.

L’apprendimento associativo
Fondato sulla relazione stimolo-risposta, zoccolo duro del comportamentismo, ci spiega che l’apprendimento è condizionato da fattori meccanici che escludono la capacità di critica, come a dire, per gli umani: impara una poesia a memoria, non importa se non hai capito il significato perché lo scopo è che tu la sappia recitare tale e quale. E per i cani: eseguono i comandi per evitare una punizione; oppure: obbediscono per avere in cambio una gratificazione. Largamente usato in addestramento, rischia di offendere l’intelligenza dei cani se praticato indiscriminatamente con sistemi che non tengano in conto delle sue capacità intuitive, della sua sensibilità e le caratteristiche di razza. Uno dei fattori allarmanti di questo sistema, riguarda il condizionamento negativo, legato alla deprivazione: il cane “magia” solo se ha eseguito la richiesta. E quando dico “mangia” non intendo un bocconcino prelibato come ricompensa, ma intendo dire la sua razione di cibo quotidiano. Ora, ammesso che il cane abbia capito l’ordine impartito, resta da domandarsi in quale stato d’animo possa lavorare, stretto dai morsi della fame e dall’ansia di trovare il cibo. Un ricatto, questo, davvero indegno. Obbedire non significa aver imparato, anzi, molto spesso è l’esatto contrario: il cane obbedisce meccanicamente per evitare una punizione, costretto tra la richiesta pressante e il desiderio di allontanarsi dallo stimolo stressorio (la richiesta stessa). I cani condizionati pesantemente in questo maniera, si ammalano. Con espressione brutale, che rende bene l’idea dell’insensibilità umana, si usa dire che “si è rotto”.

L’apprendimento cognitivo
La ricompensa sotto forma di bocconcino prelibato (o pallina, giocatolo, ecc.) detta “rinforzo positivo”, è invece molto utile poiché mette il cane in condizione di obbedire e di imparare attraverso un’azione amichevole e priva di stress. Vorrei però chiarire un concetto che sta alla base del ragionamento: il rinforzo positivo è un sistema di comunicazione che favorisce l’apprendimento ma non è la sola ragione per cui il cane esegue le nostre richieste. Ovvero, il rinforzo positivo aiuta il cane a comprendere in maniera serena e senza stress le nostre richieste che, una volte apprese e mantenute nel tempo attraverso un comportamento coerente dell’uomo, potranno essere soddisfatte poiché comprese dal cane, non solo per avere in cambio un premio. Quindi, se all’inizio si usa un bocconcino per insegnare il “seduto” e si premia il cane ogni volta che lo esegue, si dovrà in seguito prendere atto che il cane ha elaborato il significato della nostra richiesta attraverso l’apprendimento cognitivo. Il termine “seduto”, d’ora in avanti avrà nella sua mente un significato ben preciso, che sarà in grado di riconoscere immediatamente. Attenderà certo una ricompensa dopo ogni richiesta (che potrà essere trasformata in un “bravo”, oppure in un gioco col padrone), ma sarà anche capace, nel tempo, di prendere delle iniziative. Per es., se entrando in ascensore, il padrone avrà insegnato al suo cane che deve stare “seduto”, non passerà molto tempo che questi si metterà in posizione senza aspettare la richiesta. In definitiva, il bocconcino è un ottimo mediatore ambientale che consente al cane di imparare ad avere fiducia in noi, mettendolo in condizione di attivare il processo cognitivo in grado di elaborare le informazioni, trattenerle e replicarle in maniera generalizzata. È un equilibrio delicato che spesso l’uomo rischia di rompere poiché sottovaluta le capacità del cane di leggere ciò che accade nell’ambiente. È molto facile confondere un cane, è molto facile condizionarlo. La mente di un cane è piuttosto lineare, le sue aspettative sono coerenti ai nostri insegnamenti. Non hanno sbalzi d’umore a meno che non stiano male. Sono portati a fidarsi dell’uomo poiché l’opera di domesticazione li ha resi “animali sociali capaci di interagire con l’uomo”, differenziandoli dai lupi, dai quali discendono, che invece sono rimasti animali selvatici.

L’imitazione
I cuccioli imitano gli adulti per istinto. È un comportamento naturale riferito a sequenze specifiche, non sempre generalizzato. Per es., rincorrere tutti insieme un motorino che passa per strada, stando all’interno della recinzione del giardino è assai divertente, ma può anche capitare che un cucciolo, rimasto occasionalmente da solo, nella medesima situazione, lasci passare il motorino senza rincorrerlo, rimanendo a guardarsi intorno in cerca della truppa. Abbaiare all’unisono quando suona il campanello di casa o abbaiare in coro quando si sente il rumore delle ciotole, sono comportamenti attivati dagli istinti che hanno permesso l’imitazione e trasformatisi col tempo in una sorta di rito. L’imitazione può anche essere molto positiva ed aiutare la comprensione, come le prime uscite in strada per abituarsi al traffico urbano; se fatte in compagnia di un cane esperto ed indifferente ai rumori, aiuteranno il cucciolo a rinfrancarsi. Bisogna però stare attenti a non condizionarlo a questa situazione ma, gradatamente, abituarlo ad uscire da solo, per le strade che già conosce, altrimenti si rischia di creargli una dipendenza dal cane adulto che fungerebbe da “parafulmine”, impedendogli così di fare da solo nuove esperienze.

Il processo d’apprendimento
Le tecniche di educazione e di addestramento sono, al giorno d’oggi, orientate verso il rinforzo positivo dato che le prestazioni del cane sono maggiori e durature nel tempo rispetto alle metodologie punitive usate in passato che,definire indegne, è puro eufemismo. Tuttavia, gli orientamenti attuali non sono del tutto univoci né assimilabili tra loro. Gli assertori del comportamentismo, sostengono che il cane, condizionato in maniera positiva, apprende più velocemente, ubbidisce come un soldatino e rimane concentrato sul compito richiesto. Questo è un ragionamento valido dal punto di vista tecnico, ma presenta dei rischi: sortisce nel cane una sorta di comportamento stereotipato che induce all’ansia e quindi allo stress. Lo si vede bene in alcuni cani da sport che soffrono di “ansia da prestazione”. Il troppo allenamento, la troppa tensione “respirata” durane la gare, possono indurre stati di stress che non andrebbero sottovalutati. I sostenitori del cognitivismo, riconosco al cane la capacità di “ragionare” sulle informazioni ricevute. Le tecniche di addestramento hanno tempi più lenti poiché rispettano e cercano di comprendere le reazioni dei cani in presenza dei compiti richiesti. Il linguaggio paraverbale e verbale è utilizzato con attenzione per evitare di confondere il cane. L’obiettivo è aiutarlo ha risolvere il compito richiesto in maniera costruttiva ed interessante. Per es., se insegno al mio cane che tornando da me quando lo chiamo, avrà una ricompensa: perché mai dovrebbe scappare, ignorandomi? E ancora, se insegnerò al mio cane il termine “lascia”, potrò giocare tranquillamente con lui a “tira e molla”; ma se il cane non conosce il termine “lascia”, perché mai dovrebbe mollare il manicotto che tiene in bocca e con il quale lo abbiamo stimolato sino ad un attimo prima? Attualmente, il processo di apprendimento dei cani è materia di studio in tutto il mondo. La razza più “intelligente” risulta essere il Border Collie. Rispondono meglio di altre alle richieste dell’uomo, apprendono velocemente, sono versatili: istintivi ed intuitivi. Adatti allo sport ed utili all’uomo nella ricerca, nella conduzione di greggi, in pet therapy ecc. ecc. In fondo alla lista, i Levrieri. A volte presi in giro per la loro indole apparentemente indifferente e poco collaborativa. Cani selezionati tra la sabbia e il vento. Cani essenziali, dignitosi che hanno appreso da subito l’arte della sopravvivenza in territori aridi ed inospitali, dove molti di noi umani soccomberebbe alle condizioni climatiche. Vedono il mondo in maniera diversa dalla maggior parte dei cani. Meno adattabili alle nostre aspettative, non per questo, meno intelligenti. L’adattabilità dei cani alle nostre richieste dipende quindi dalle risorse che posseggono e dalle tecniche di addestramento utilizzate che devono tenere conto della loro sensibilità, capacità cognitive, attitudini, e stato di salute. Del resto, in cambio di tutto ciò che fanno per noi meriterebbero perlomeno la stessa misura di affetto, attenzione e rispetto.


Renata Fossati
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

dei Canonici
dei Canonici

Numero di messaggi : 778
Data d'iscrizione : 29.07.09
Età : 45
Località : Benevento

http://www.medvedrossii.com

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.