Pastore dell'Asia Centrale e del Caucaso
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Guinzaglio a cosa serve e quale scegliere

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Guinzaglio a cosa serve e quale scegliere Empty Guinzaglio a cosa serve e quale scegliere

Messaggio  karanuker Mer Ott 23, 2013 3:27 pm

Guinzagli sì, guinzagli no

di VALERIA ROSSI – Si parla (e sparla, e straparla) tanto di collari, con tutte le arcinote diatribe fra collare e pettorina… ma il guinzaglio non se lo fila mai nessuno.
Eppure è proprio questo lo strumento attraverso il quale comunichiamo con il cane e gli diamo indicazioni. Certo, le nostre indicazioni arrivano al collare (non dico che possono arrivare “al collare o alla pettorina” perché con la pettorina io trovo assolutamente impossibile comunicare alcunché: qualcun altro forse sarà più bravo di me e ci riuscirà, non voglio polemizzare su questo), ma le informazioni “scorrono” proprio lungo il guinzaglio, e attraverso lo stesso strumento si ricevono anche risposte piuttosto chiare dal cane.
Quindi, perché ignorarne l’importanza?
In realtà qualche volta si parla della lunghezza (anche qui, di solito, litigando: la legge impone che sia al massimo un metro e mezzo! No, bisogna usarne uno lungo tre metri! eccetera eccetera…), ma difficilmente leggo discussioni che riguardino i materiali e soprattutto il modo di tenere in mano un guinzaglio. In compenso, poi, al campo mi vedo arrivare di tutto: dal guinzaglio a catena che ti spacca le manine (“Eh, ma quelli di stoffa il mio cane se li mangia!”) ai classici “maniglioni” lunghi trenta centimetri con i quali viaggi col cane appeso, ai guinzaglietti da pochi centesimi che ti restano in mano se solo il cane fa un minimo saltino in avanti.
Quindi mi sembra opportuno ricordare che:

1 – il guinzaglio è altrettanto importante del collare.
I cinofili dei “miei tempi” (insomma, le mummie di Tutankamen… però avevano ragione lo stesso) utilizzavano tutti una metafora molto chiara, secondo cui il guinzaglio era “il prolungamento del braccio del conduttore”. E’ verissimo: è esattamente a questo che serve. Serve a permetterci di avere un braccio degno di Tiramolla (anche lui personaggio dei fumetti dei “miei tempi”, che magari qualcuno non conosce: era un omino elastico capace di allungarsi e accorciarsi come voleva). E mi pare evidente che se vogliamo allungare una parte del nostro corpo non possiamo infischiarcene dei materiali, della robustezza e dell’efficienza.
Quindi, tanto per cominciare, scegliete guinzagli di buona qualità: che non si rompano facilmente, che non si allunghino a loro volta a dismisura, che non si annodino e così via.

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2 – i guinzagli di buona qualità costano cari: verissimo. Però durano anche una vita. Il cane li rosicchia? E allora gli si insegna a non farlo! Considerarli “prolungamento del proprio braccio” è utile anche a questo: permettereste al vostro cane di rosicchiarsi impunemente il vostro braccio?
Ma soprattutto: se il vostro cane rosicchia il guinzaglio è perché: a) è LUI a non considerarlo parte di voi e quindi a non rispettarlo, il che è sbagliato; b) se vuole rompere il guinzaglio è perché gli scoccia starvi vicino: quindi c’è qualcosa di profondamente sbagliato a monte (per esempio, potreste averlo usato per picchiare il cane, anche solo in un momento di stizza e senza particolare violenza: con un cane molto sensibile, anche una “finta” guinzagliata minacciosa può avere un effetto deleterio).

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3 – il guinzaglio troppo corto insegna al cane a tirare: istintivamente il cane reagisce a qualsiasi forza che lo trattenga con una forza uguale e contraria (anzi, mica tanto uguale: spesso tira come un trattore anche di fronte a una trazione leggerissima). D’altro canto, un guinzaglio troppo lungo impedisce qualsiasi tipo di controllo. I guinzaglioni da tre, cinque, dieci metri hanno un senso e un utilizzo preciso in alcun momenti di lavoro (pista, insegnamento del richiamo ecc.), ma non vanno assolutamente bene né per “portare a spasso il cane”, né per lavorarci in obbedienza. Il metro e mezzo previsto dalla legge è invece una misura corretta che consente di maneggiare lo strumento nel modo più comodo ed efficace.

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4 – il guinzaglio si usa con DUE mani e non con una! Almeno in fase di insegnamento (quando poi il cane ha imparato a camminare correttamente potete tenerlo anche fra i denti o su un’orecchia, se volete…). La mano destra serve a dare sicurezza e a far forza in caso di emergenza (per esempio, cane che si spaventa per un rumore e tenta di scappare), ma è la sinistra che “guida”. Al nostro campo ripetiamo duemila volte al giorno che il guinzaglio serve a dare “indicazioni”, non “costrizioni”: ma per dare indicazioni corrette e nei tempi giusti bisogna tenere la mano sinistra abbastanza vicina al collo del cane, altrimenti l’indicazione arriva in ritardo. Se ne deduce che il guinzaglio deve essere morbido, anche piacevole da tenere in mano (perché no? Educare/addestrare cani non comporta mica l’essere masochisti!) ma soprattutto fatto di un materiale che, se il cane dà un tirone improvviso (e può succedere in qualsiasi momento e con qualsiasi cane, anche il più addestrato del mondo), non ti disfi una mano (o magari tutte e due). Ecco perché la catena – per quanto fighetta sia – NON si deve assolutamente usare: e personalmente non impazzisco neanche per la corda. Inutile aggungere che più borchie, borchiette, anelli ed anellini ci sono lungo il guinzaglio, più diventerà difficile manovrarlo.

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Molti pet shop definiscono ancora come “guinzagli da addestramento” quelli doppi, con borchie, passanti e moschettoni belli spessi e pesanti (così se il guinzaglio si strappa e ve li prendete in testa, come è successo alla sottoscritta in gioventù, andate dritti al tappeto senza dire né “a” e né “ba”, e il cane ovviamente se ne va per gli affaracci suoi). NON si addestra più nessuno da anni con siffatti guinzagli: sono pericoli pubblici e non servono assolutamente a niente, se non ad essere allungati in caso di necessità. Ma quale sarebbe, questa necessità?
Personalmente inizio sempre a lavorare in condotta con un guinzaglione molto lungo… ma solo finché il cane non si convince che stare al mio fianco è una cosa molto bella e che lì succedono cose piacevoli. Ottenuto questo, non mi serve più a nulla avere un guinzaglio che vada oltre il solito metro e mezzo. Con un metro e mezzo a disposizione il cane può annusare per terra, può esplorare l’albero o il muretto e rimane comunque sotto controllo. Se voglio dargli una “vera” libertà, il guinzaglio glielo levo (dopo avergli insegnato un buon richiamo, sicuro al 99% – visto che il 100% non esisterà mai). Che significa “dare una libertà di tre o cinque metri”? Quella NON è libertà, è al massimo una costrizione un po’ allungata. E comunque io rifaccio la solita domanda: cosa c’è, a tre o cinque metri di distanza, di più interessante di quello che si trova al mio fianco?
Odori, sapori, feromoni e compagnia bella il cane se li può godere anche standomi a un metro e mezzo: al massimo ci arriva qualche secondo dopo, ma li trova ugualmente. Se vuole starmi lontano, se non ha piacere di stare al mio fianco, significa che il rapporto tra noi non è proprio il massimo: e allora è su quello che dovrò lavorare, non certo sulla lunghezza del guinzaglio!

5 – per gli stessi motivi di cui sopra, ma con alcune aggravanti (tipo quella di poter decapitare qualcuno se tu stai da una parte della strada e il cane dall’altra…) i guinzagli estensibili (flexi) sono i miei nemici naturali (pur sapendo che fanno la gioia della stragrande maggioranza delle Sciuremarie) e quindi preferisco non parlarne. Posso solo dire che un guinzaglio non è una canna da lancio e il cane non è un pesce. Punto. Per il resto, fatevi una risata finale con questo video, che mi hanno postato proprio ieri in bacheca… e avrete capito tutto!
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Guinzaglio a cosa serve e quale scegliere Empty Cuccioli e il guinzaglio come abituarli

Messaggio  karanuker Mar Mag 27, 2014 10:50 am

molta gente non sa che cane non nasce imparato e quello che diventa è frutto di quanto tempo gli è stato dedicato (non contiamo il tempo per somministrare il cibo)


di VALERIA ROSSI – Argomento che (stranamente) non avevamo ancora trattato: e che in realtà spesso non avrebbe neppure bisogno di essere trattato, perché c’è una marea di cuccioli a cui metti collare e guinzaglio per la prima volta… e loro ti seguono come se non avessero mai fatto altro nella vita.
Però è anche vero che ci sono soggetti meno “facili”, che magari si abituano al collarino in un nanosecondo ma non ne vogliono sapere del guinzaglio. E ci sono perfino quelli che non vorrebbero saperne neppure del collare, che si mettono a strisciare il collo per terra o che si grattano come se fossero stati invasi da un esercito di pulci assassine.
Vediamo quindi di dare qualche consiglio spicciolo:
1) A che età
Subito. Subitissimo. A due mesi. Più si aspetta e più diventa difficile per il cucciolo adattarsi agli strumenti (o “vestiti” che dir si voglia).
Per iniziare a lavorare al guinzaglio è però importante che il cucciolo conosca già il significato delle parole “vieni” e “no!” (che si imparano in due-tre giorni).
2) Quali collari, quali guinzagli
Che si parli di un microcane o di un molosso, il primo impatto deve sempre avvenire con un collarino leggero, sempre e solo fisso, di cuoio, stoffa o nylon: o – se la preferite – con una pettorina altrettanto leggera e rigorosamente di un tipo che NON passi subito dietro ai gomiti.
Le pettorine che sfregano sui linfonodi ascellari sono pericolose anche per gli adulti, ma con i cuccioli presentano un problema in più: insegnano al cane a “sgomitare”, ovvero ad allargare i gomiti quando cammina. Il problema diventa ancora più serio per i cani da expo, il cui movimento può risultare fortemente alterato (e quindi verrà penalizzato).
La scelta del guinzaglio, tutto sommato, è più libera: può essere di mille tipi diversi, per il cane cambia poco.
Però bisogna stare attenti alla pesantezza del moschettone: solo pochi giorni fa mi è arrivata al campo una cucciola di border collie che si portava al collo un peso tale da farla camminare a testa bassa.
Il guinzaglio era un normalissimo guinzaglio di nylon, ma il moschettone era una roba decisamente esagerata: e il suo umano non ci aveva assolutamente pensato.
E’ vero che la sicurezza è importante e che bisogna stare attenti a non comprare moschettoni da quattro soldi, pronti a spaccarsi al primo strattoncino che potesse dare il cane… ma non si può neppure appendere al collo di un cucciolo un chilo di ferraglia.
3) Come abituarlo al collare o alla pettorina
Il collare o la pettorina devono essere semplicemente indossati e “lasciati digerire” dal cucciolo, senza dar troppo peso alle sue eventuali reazioni: quasi tutti si grattano un po’, qualcuno si stra-gratta (specie con la pettorina, che è indubbiamente più fastidiosa al primo impatto), qualcuno fa le facce da cane ENPA e qualcuno arriva addirittura a rifiutare il cibo, in quanto mortalmente offeso dal fatto di dover indossare quella che gli sembra un’inutile robaccia.
E’ fondamentale ignorare qualsiasi reazione, da quelle appena accennate a quelle più eclatanti. Non c’è alcun bisogno di fare “preparazioni” particolari al collare o alla pettorina: non serve convincere il cucciolo attraverso abituazioni graduali, premi, coccole eccetera.
Dare troppa attenzione al cucciolo quando lo si “veste” per la prima volta significa fargli pensare che si tratti di chissà quale evento: invece portare un collarino o una pettorina dev’essere semplicemente una cosa normale, che come tale dev’essere vissuta dal cane.
Ergo: gli si mette addosso lo strumento che abbiamo deciso di usare e si lascia che il cucciolo si arrangi. Che si scrolli, si gratti, faccia l’offeso… non deve suscitare nessunissima reazione da parte nostra. Tempo due giorni (nei casi più “disperati”: di solito bastano due ore) il cucciolo si abituerà a portare collare o pettorina senza più farci caso.
Soltanto allora potremo cominciare a usare il guinzaglio.
4) Come abituarlo al guinzaglio
Imparare a seguire un umano al guinzaglio è un po’ più complicato che abituarsi a indossare un collarino: infatti il guinzaglio comporta una piccola coercizione, impedendo al cane di andare dove vorrebbe lui, e alcuni cuccioli non la prendono esattamente con filosofia.
C’è chi si impunta e rifiuta di proseguire, chi sgroppa come un cavallo, chi “capotta” a pancia all’aria: l’unica cosa importante è non mettersi mai a fare il “tiro alla fune”, ingaggiando lotte con il cuccioletto recalcitrante, perché in questo modo potremmo innescare conflitti e far pensare al cucciolo che siamo dei prepotenti, il che non è certo il modo migliore per iniziare a costruire un rapporto.
Se il cucciolo l’ha presa proprio male, la cosa migliore da fare è agganciargli un guinzaglietto corto (trenta-quaranta centimetri: va bene anche un pezzo di corda), molto leggero, lasciando circolare liberamente il cane con quello che penzola dal collare: siccome il cucciolo è comunque libero di andare dove vuole, si abituerà intanto senza traumi all’idea di avere un guinzaglio attaccato.
Poi potremo prendere in mano il guinzaglio e seguire il cucciolo nei suoi spostamenti (dentro casa, o in giardino: insomma, in luoghi sicuri e senza distrazioni).
Terzo step, sostituiremo il guinzaglio corto con uno di lunghezza normale e cominceremo a “guidare noi”, invogliando il cucciolo a seguirci con l’uso di bocconcini o semplicemente con il linguaggio del corpo (dipende dalle reazioni del cane). Ricordiamo che il movimento ingaggia il cane: se stiamo fermi e tiriamo, il cucciolo probabilmente si ribellerà, mentre se camminiamo sarà spontaneamente portato a seguirci.
Meglio ancora se arretriamo a piccoli passi, invitandolo a seguirci con voce e gesti e premiandolo quando lo fa.
Se il cucciolo ogni tanto si mette a sgroppare o a tirare all’indietro, diciamogli semplicemente “No!” in tono calmo e pacato, e rimaniamo immobili: non appena si calmerà riprenderemo a camminare. Se si “pianta”, invitiamolo con un bocconcino: se il cibo non gli interessa sospendiamo le lezione, facciamogli saltare un pasto (non muore!) e riproviamo quando sarà affamato. ATTENZIONE: quello che si vede nella foto a destra è sbagliato. Se mostriamo un bocconcino al cane ma facciamo anche trazione sul guinzaglio, lui si sentirà forzato e tenderà a fare resistenza. Il guinzaglio deve sempre rimanere molle.
In alternativa, se il cucciolo ha un buon predatorio, potremo invitarlo a camminare facendo strisciare per terra uno straccetto o una treccia, simulando i movimenti della preda.
E’ importante che i primi incontri con il guinzaglio non siano mai motivo di nervosismo o stress: andare al guinzaglio dev’essere un momento di collaborazione, qualcosa che facciamo insieme e che il cucciolo deve trovare piacevole e divertente.
Moltissimi cuccioli provano a mordere il guinzaglio: è del tutto logico che tentino di liberarsene distruggendolo, quindi questo va considerato innanzitutto un segno di intelligenza. Però non bisogna permetterglielo, quindi diciamogli “No!” appena ci prova e togliamogli il guinzaglio dalla bocca, dandogli in cambio un bocconcino.
Non accettiamo neppure che il cucciolo “giochi” a mordere il guinzaglio, anche se contemporaneamente ci segue: il guinzaglio non è un giocattolo. Il cane deve considerarlo come un prolungamento del nostro braccio, quindi dovremo comportarci proprio come se masticasse noi... ovviamente impedendoglielo!
Se non sbagliamo proprio tutto (e purtroppo succede, a volte…), di solito non ci vogliono più di due-tre lezioni perché il cucciolo cominci a capire che col guinzaglio “si va a spasso”, o comunque si fanno cose divertenti, e quindi lo accetti serenamente.
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