MASTINO FONNESE
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Il cane ... inesistente
l Cane di Fonni è conosciuto anche come mastino fonnese o pastore fonnese, ma è chiamato ca-ni fonnesu antigu nell'ambiente pastorale, spinone fonnese dai cacciatori e cani sardu antigu da-gli anziani di tutti i paesi della Sardegna, oppure semplicemente Fonnese. Allo stato attuale può parlarsi di popolazione canina anche se la razza fonnese viene apprezzata in Sardegna da più di duemila anni. Stiamo parlando di un antico e raro cane un tempo presente in tutta l'Isola e sicuramente molto più comune di oggi che soprattutto nel paese di Fonni, dove viene chiamato "ane 'e accappiu" (cane da catena o da guardia), si è conservato forse nel nucleo più originario perché gelosamente tramandato da padre a figlio. I ceppi originari degli animali prendono il nome dalla famiglia allevatrice da generazioni. I cani fonnesi secondo la storiografia tradizionale accreditata, discenderebbe dall'introduzione dei cani addestrati per la caccia all'uomo operata dal console romano Marco Pomponio Matone nella campagna del 231 a.C. Questi, al comando di una nutrita guarnigione di legionari, venne inviato in Sardegna per sedare le frequenti rivolte che si sviluppavano soprattutto nelle zone montane e dell'interno. Per stanare i ribelli "pelliti" dai loro rifugi venivano, appunto, impiegati dei ferocissimi mastini opportunamente addestrati (canis pugnax). Uno studio interessante al quale sta lavorando da tempo un ricercatore della facoltà di Medici-na Veterinaria dell'Università di Sassari, il dott. Marco Zedda del Dipartimento di Biologia Animale, ipotizza appunto che i cani a suo tempo portati dai romani per stanare i sardi fossero cani da seguito, segugi o veltri, mentre mastino o molosso poteva più verosimilmente essere il cane locale, il discendente di quello appartenuto all'uomo nuragico fosse esso pastore, cacciatore o guerriero, raffigurato nei bronzetti esposti nel museo nazionale di Cagliari e testimoniato dal rinvenimento di alcuni reperti ossei. Questa ipotesi mi vede concorde con il ricercatore e potrebbe essere compatibile con l'unico graf-fito del genere rinvenuto, che testimonierebbe la presenza in Sardegna di un grosso cane dalla coda mozza già prima dell'avvento romano. Il fonnese è un cane di intelligenza superiore, longevo (da cuccioli sono sensibili alle gastroente-riti ma, se curati, raggiungono senza problemi età ragguardevoli, anche superiori ai venti anni), rustico, prolifico ed ha fondamentalmente un buon carattere anche se è predisposto all'aggressi-vità; inclinazione quest'ultima che emerge sicuramente se lo si vuole rendere tale o se viene mal-trattato ma anche se non viene allevato adeguatamente: necessita, soprattutto il maschio, di un padrone autorevole da riconoscere come "capobranco", al quale si lega in modo totale e con il qua-le stabilisce una intesa non comune. Difenderà il proprio padrone, la sua famiglia e la loro proprietà da ogni violenza o intrusione di estranei nei confronti dei quali sarà molto diffidente ed aggressivo, ammettendo comunque gli ospiti con i quali si comporterà bene, pur rimanendo guardingo.
Giovanni Valtan nel 1899, "In Sardegna", scrive: "famosi per l'istinto cattivo e sanguinario sono i mastini detti cani di Fonni, grossi alani robustissimi e d'una ferocia inaudita (…) la loro forza è tale che permette loro di arrestare un bue od un cavallo afferrando coi denti la capezza o adden-tandoli per l'orecchio (…) sono ottimi cani da guardia ma troppo pericolosi (…) devono stare sempre legati (…) che se per disgrazia la catena si spezza, saltano alla gola del primo malcapita-to, e con un morso formidabile gli rompono le arterie (…) due di questi cani dell'età di un anno fu-rono pagati cinquecento lire dall'impresa austriaca delle escavazione dei porti di Sardegna, ma erano così feroci che il guardiano dovette accompagnarli da Fonni a Trieste (…) il guardiano stesso deve stare bene accorto (…) la loro mole è considerevole, hanno il corpo tozzo, il muso lar-go, dalle robuste mascelle, le orecchie piccole ed erette, le zampe muscolose, il petto ed il collo larghi e leonini, la coda corta (…) il manto fulvo dal pelo fitto e corto e lo sguardo fiero e molto intelligente".
La ferocia, un ottimo olfatto e l'udito finissimo sono le caratteristiche che fecero di questi animali dei cani da guerra e come tali furono impiegati nella campagna d'Africa, in Libia, per prevenire gli attacchi agli accampamenti italiani da parte dei ribelli Senussi i quali, strisciando tra i canne-ti, cercavano di entrare nelle linee italiane. I Senussi erano gli affiliati ad una confraternita musulmana fondata da Muhammad ibn Alì al Senussi (1787-1859) che riunì i suoi seguaci nello Stato "senussita" fondato in Cirenaica, con ca-pitale Giarabub, che fu distrutto dal governo coloniale italiano e, rinato dopo la seconda guerra mondiale, fu inglobato, federato, nel regno di Libia. Il sergente Antonio Coinu, nativo di Fonni, nell'anno 1912 fu incaricato dal comando militare della requisizione di mastini fonnesi. Ne furono presi centodieci nel solo paese di Fonni, comprese le femmine, ed i rimanenti reperiti in tutta la Barbagia, l’Ogliastra e nel resto dell’isola; questi furono pagati cinquanta lire ciascu-no. L'imbarco dei cani e degli istruttori avvenne a Cagliari il 20 Aprile 1912 sui piroscafi India e Prin-cipe Amedeo e, giunti a destinazione, gli stessi vennero suddivisi in cinque plotoni ed impiegati a Derna, Tobruk, Homs e Bengasi. Ma per Ente Nazionale della cinofilia Italiana non esistono.
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Giovanni Valtan nel 1899, "In Sardegna", scrive: "famosi per l'istinto cattivo e sanguinario sono i mastini detti cani di Fonni, grossi alani robustissimi e d'una ferocia inaudita (…) la loro forza è tale che permette loro di arrestare un bue od un cavallo afferrando coi denti la capezza o adden-tandoli per l'orecchio (…) sono ottimi cani da guardia ma troppo pericolosi (…) devono stare sempre legati (…) che se per disgrazia la catena si spezza, saltano alla gola del primo malcapita-to, e con un morso formidabile gli rompono le arterie (…) due di questi cani dell'età di un anno fu-rono pagati cinquecento lire dall'impresa austriaca delle escavazione dei porti di Sardegna, ma erano così feroci che il guardiano dovette accompagnarli da Fonni a Trieste (…) il guardiano stesso deve stare bene accorto (…) la loro mole è considerevole, hanno il corpo tozzo, il muso lar-go, dalle robuste mascelle, le orecchie piccole ed erette, le zampe muscolose, il petto ed il collo larghi e leonini, la coda corta (…) il manto fulvo dal pelo fitto e corto e lo sguardo fiero e molto intelligente".
La ferocia, un ottimo olfatto e l'udito finissimo sono le caratteristiche che fecero di questi animali dei cani da guerra e come tali furono impiegati nella campagna d'Africa, in Libia, per prevenire gli attacchi agli accampamenti italiani da parte dei ribelli Senussi i quali, strisciando tra i canne-ti, cercavano di entrare nelle linee italiane. I Senussi erano gli affiliati ad una confraternita musulmana fondata da Muhammad ibn Alì al Senussi (1787-1859) che riunì i suoi seguaci nello Stato "senussita" fondato in Cirenaica, con ca-pitale Giarabub, che fu distrutto dal governo coloniale italiano e, rinato dopo la seconda guerra mondiale, fu inglobato, federato, nel regno di Libia. Il sergente Antonio Coinu, nativo di Fonni, nell'anno 1912 fu incaricato dal comando militare della requisizione di mastini fonnesi. Ne furono presi centodieci nel solo paese di Fonni, comprese le femmine, ed i rimanenti reperiti in tutta la Barbagia, l’Ogliastra e nel resto dell’isola; questi furono pagati cinquanta lire ciascu-no. L'imbarco dei cani e degli istruttori avvenne a Cagliari il 20 Aprile 1912 sui piroscafi India e Prin-cipe Amedeo e, giunti a destinazione, gli stessi vennero suddivisi in cinque plotoni ed impiegati a Derna, Tobruk, Homs e Bengasi. Ma per Ente Nazionale della cinofilia Italiana non esistono.
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Re: MASTINO FONNESE
Ma per Ente Nazionale della cinofilia Italiana non esistono.
E grazie Graziella grazie al c.....o non li considera nessuno quindi non c'è guadagno bella roba L'enci (lo scritto minuscolo di proposito)
E grazie Graziella grazie al c.....o non li considera nessuno quindi non c'è guadagno bella roba L'enci (lo scritto minuscolo di proposito)
fox- Numero di messaggi : 2767
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Re: MASTINO FONNESE
meglio che non diventano troppo comuni..
chrisdog- Numero di messaggi : 29
Data d'iscrizione : 27.04.10
Re: MASTINO FONNESE
Il cane di Fonni, o Pastore Fonnese, è ua razza sarda antichissima, pare oltre tremila anni.
L'esemplare della foto pubblicata da fox, non me ne voglia, non è, a mio avviso, uno dei più tipici, e non dovrebbe esser preso come riferimento.
Alcuni esemplari molto tipici:
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La razza, purtroppo, presenta molti casi di meticciamento, evitabili se ci si rivolge a persone corrette che conoscono bene questi cani.
Attenzione a chi si propone su Internet per vendere Pastori Fonnesi: si tratta spesso di incroci o cuccioli di pessima qualità.
Inoltre, le durissime condizioni di vita di molti di questi cani sono causa diffusa di rachitismo e sottosviluppo.
Anche se la proposta di standard prevede un peso per i maschi compreso tra 29 e 35 kg, nelle linee di sangue giuste si trovano facilmente cani di 40 ed anche 50 kg.
Teniamo presente che si tratta di cani da lavoro, non cani sovrappeso da portare alle esposizioni.
Sono soddisfatto proprietario di un cucciolo di tre mesi e mezzo
L'educazione non è facile, sono cani dominanti, con una spiccata diffidenza verso gli estranei,
Qui di seguito, una foto del mio cucciolo:
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L'esemplare della foto pubblicata da fox, non me ne voglia, non è, a mio avviso, uno dei più tipici, e non dovrebbe esser preso come riferimento.
Alcuni esemplari molto tipici:
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La razza, purtroppo, presenta molti casi di meticciamento, evitabili se ci si rivolge a persone corrette che conoscono bene questi cani.
Attenzione a chi si propone su Internet per vendere Pastori Fonnesi: si tratta spesso di incroci o cuccioli di pessima qualità.
Inoltre, le durissime condizioni di vita di molti di questi cani sono causa diffusa di rachitismo e sottosviluppo.
Anche se la proposta di standard prevede un peso per i maschi compreso tra 29 e 35 kg, nelle linee di sangue giuste si trovano facilmente cani di 40 ed anche 50 kg.
Teniamo presente che si tratta di cani da lavoro, non cani sovrappeso da portare alle esposizioni.
Sono soddisfatto proprietario di un cucciolo di tre mesi e mezzo
L'educazione non è facile, sono cani dominanti, con una spiccata diffidenza verso gli estranei,
Qui di seguito, una foto del mio cucciolo:
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Ultima modifica di Josto il Gio Lug 01, 2010 8:43 pm - modificato 1 volta.
Josto- Numero di messaggi : 19
Data d'iscrizione : 18.12.09
Re: MASTINO FONNESE
Complimenti per il cucciolo, che cresca sano e forte.
sembra che parli dell'asia centrale, purtroppo è così anche per noi.La razza, purtroppo, presenta molti casi di meticciamento, evitabili se ci si rivolge a persone corrette che conoscono bene questi cani.
Re: MASTINO FONNESE
Apprezzo molto l'Asia Centrale, ed infatti sono stato più volte sul punto di prenderne uno.
Alcune difficoltà, legate prevalentemente all'ottusità del legislatore del luogo dove vivo, la Svizzera, mi hanno più volte portato al rinvio dell'acquisto di un Asia Centrale, inserito, non si capisce sulla base di quali criteri, tra le razze pericolose..
Alla fine ho preso un Pastore Fonnese, ma solo dopo una lunga attesa e grazie all'interessamento gentilissimo di un vero appassionato.
Gli sono molto grato.
Il cucciolo sembra promettere bene, il veterinario ha stimato un peso da adulto intorno ai 50 kg. Mi interessa che cresca bene, non che cresca tanto.
Vedremo.
Il caratterino c'è tutto, ma per tirare conclusioni è ancora presto.
Mi sento accomunato a voi di questo forum dall'interesse verso cani rustici, autentici, non inutili oggetti da esposizione, ma veri guardiani.
Saluti.
Alcune difficoltà, legate prevalentemente all'ottusità del legislatore del luogo dove vivo, la Svizzera, mi hanno più volte portato al rinvio dell'acquisto di un Asia Centrale, inserito, non si capisce sulla base di quali criteri, tra le razze pericolose..
Alla fine ho preso un Pastore Fonnese, ma solo dopo una lunga attesa e grazie all'interessamento gentilissimo di un vero appassionato.
Gli sono molto grato.
Il cucciolo sembra promettere bene, il veterinario ha stimato un peso da adulto intorno ai 50 kg. Mi interessa che cresca bene, non che cresca tanto.
Vedremo.
Il caratterino c'è tutto, ma per tirare conclusioni è ancora presto.
Mi sento accomunato a voi di questo forum dall'interesse verso cani rustici, autentici, non inutili oggetti da esposizione, ma veri guardiani.
Saluti.
Josto- Numero di messaggi : 19
Data d'iscrizione : 18.12.09
Re: MASTINO FONNESE
Ciao Josto,davvero bello il tuo Fonnese,devo avere una rivista (di qualche anno fà )nascosta da qualche parte che parla del mastino Fonnese.Josto ha scritto:Il cane di Fonni, o Pastore Fonnese, è ua razza sarda antichissima, pare oltre tremila anni.
L'esemplare della foto pubblicata da fox, non me ne voglia, non è, a mio avviso, uno dei più tipici, e non dovrebbe esser preso come riferimento.
Alcuni esemplari molto tipici:
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La razza, purtroppo, presenta molti casi di meticciamento, evitabili se ci si rivolge a persone corrette che conoscono bene questi cani.
Attenzione a chi si propone su Internet per vendere Pastori Fonnesi: si tratta spesso di incroci o cuccioli di pessima qualità.
Inoltre, le durissime condizioni di vita di molti di questi cani sono causa diffusa di rachitismo e sottosviluppo.
Anche se la proposta di standard prevede un peso per i maschi compreso tra 29 e 35 kg, nelle linee di sangue giuste si trovano facilmente cani di 40 ed anche 50 kg.
Teniamo presente che si tratta di cani da lavoro, non cani sovrappeso da portare alle esposizioni.
Sono soddisfatto proprietario di un cucciolo di tre mesi e mezzo
L'educazione non è facile, sono cani dominanti, con una spiccata diffidenza verso gli estranei,
Qui di seguito, una foto del mio cucciolo:
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una domanda,il cane che si vede nel riquadro in alto a destra in due foto che tu hai pubblicato,è un dogo Sardescu?
se hai altre foto sono molto curioso di vederle perchè è una delle razze che più mi affascina,compresa la sua storia.
Ciao Massimo
fox- Numero di messaggi : 2767
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Re: MASTINO FONNESE
Ciao Massimo,
il cane a destra in alto è un "Cani Pertiatzu", locuzione sarda tradotta in italiano come "Dogo sardo o sardesco (Locuzione quest'ultima decisamente desueta, introdotta da Piero Scanziani, il quale, pur validissimo cinofilo, oltre che grande scrittore, non conosceva la razza, ed in fatti la riteneva estinta).
Ad essere più precisi, si tratta di un Trighinu di Gavoi, che è una variante locale, essendo Gavoi un toponimo, del cani pertiatziu medesimo.
Si chiamava Tzitzone (Si pronuncia senza le t).
Molto meglio di me, Tzitzone è descritto dal proprietario del blog da cui ho tratto le foto:
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Il signore in questione, appassionato e competente, possiede alcuni discendenti di Tzitzone, e diversi suoi cani sono finiti su riviste a diffusione nazionale (es: Cani da presa).
Conosco di persona Gino Frogheri, sicuramente uno dei maggiori esperti in fatto di cani sardi, che ha avuto molte decine di pastori fonnesi, ma ora alleva il Dogo Sardo. Parlandomene, lo descrive come più mite rispetto al pastore Fonnese, il che, effettivamente non guasta: conosco molti casi di cani fonnesi divenuti ingovernabili.
La storia del pastore Fonnese è in effetti ricca di fascino e di tragedia, e per questo anche epica.
Si tratta di un cane che, per la sua spiccata avversione all'essere umano, è stato usato anche in guerra, in particolare nella guerra in Libia, nel 1912, se non ricordo male.
Tutt'oggi, è principalmente custode degli armenti e delle proprietà.
Spero la sua diffusione non ne stemperi il carattere: in presenza di cani impegnativi è l'uomo, a mio avviso, a dover essere in grado di gestire l'impegno che questi cani comportano. Invece, si preferisce quasi sempre selezionare cani docili e spesso inadatti al ruolo che gli era proprio, senza le qualità originarie, facendone miti da vendere agli sprovveduti.
Il caso del Mastino Napoletano è emblematico.
il cane a destra in alto è un "Cani Pertiatzu", locuzione sarda tradotta in italiano come "Dogo sardo o sardesco (Locuzione quest'ultima decisamente desueta, introdotta da Piero Scanziani, il quale, pur validissimo cinofilo, oltre che grande scrittore, non conosceva la razza, ed in fatti la riteneva estinta).
Ad essere più precisi, si tratta di un Trighinu di Gavoi, che è una variante locale, essendo Gavoi un toponimo, del cani pertiatziu medesimo.
Si chiamava Tzitzone (Si pronuncia senza le t).
Molto meglio di me, Tzitzone è descritto dal proprietario del blog da cui ho tratto le foto:
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Il signore in questione, appassionato e competente, possiede alcuni discendenti di Tzitzone, e diversi suoi cani sono finiti su riviste a diffusione nazionale (es: Cani da presa).
Conosco di persona Gino Frogheri, sicuramente uno dei maggiori esperti in fatto di cani sardi, che ha avuto molte decine di pastori fonnesi, ma ora alleva il Dogo Sardo. Parlandomene, lo descrive come più mite rispetto al pastore Fonnese, il che, effettivamente non guasta: conosco molti casi di cani fonnesi divenuti ingovernabili.
La storia del pastore Fonnese è in effetti ricca di fascino e di tragedia, e per questo anche epica.
Si tratta di un cane che, per la sua spiccata avversione all'essere umano, è stato usato anche in guerra, in particolare nella guerra in Libia, nel 1912, se non ricordo male.
Tutt'oggi, è principalmente custode degli armenti e delle proprietà.
Spero la sua diffusione non ne stemperi il carattere: in presenza di cani impegnativi è l'uomo, a mio avviso, a dover essere in grado di gestire l'impegno che questi cani comportano. Invece, si preferisce quasi sempre selezionare cani docili e spesso inadatti al ruolo che gli era proprio, senza le qualità originarie, facendone miti da vendere agli sprovveduti.
Il caso del Mastino Napoletano è emblematico.
Josto- Numero di messaggi : 19
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Re: MASTINO FONNESE
Ciao Josto,mi sembrava di averlo già visto infatti quella rivista (cani da presa)la possiedo,parla anche del mastino Fonnese,vi sono anche foto dei cani in Libia impegnati nel 905 nella guerra Italo-Turca,credo che sia stato l'ultimo cane ad andare in guerra ed impegnato in battaglia.
se non ricordo male parla anche di un mastino fonnese che di guardia al suo gregge e al pastore caturò due banditi ricercati(belle storie).
se non ricordo male parla anche di un mastino fonnese che di guardia al suo gregge e al pastore caturò due banditi ricercati(belle storie).
fox- Numero di messaggi : 2767
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Re: MASTINO FONNESE
Ciao Massimo,
la storia dei pastori Fonnesi che catturarono due ricercati merita qualche riga di racconto.
Il pastore proprietario di quei cani si chiamava Giovanni Loddo, padre del Giovanni Loddo tuttora vivente e che seguita la tradizione pastorale del padre, inclusa chiaramente quella dell'allevamento e selezione del Pastore Fonnese.
I suoi cani sono di tale qualità che l'università di Sassari, impegnata in un lavoro di mappatura genetica e di ricerca scientifica sul Pastore Fonnese li hainseriti nel suo piano di lavoro seguendone l'allevamento con particolare attenzione.
Giovanni Loddo padre ricopre un ruolo di particolare importanza nella storia del pastore Fonnese, dato che fu lui a dare il via alla linea cosidetta "ADDAI", che resta una delle due maggiormente diffuse.
I banditi erano i temutissimi fratelli Pintore, responsabili di molti crimini efferati, che terminarono la loro esistenza, rispettivamente, in un conflitto a fuoco e sul patibolo.
La vicenda.
Nel cuore della notte i fratelli Pintore si erano avvicinati, silenziosi e furtivi, al gregge del pastore Giovanni Loddo, il quale però disponeva di ottimi pastori Fonnesi.
I cani, accortisi dei ladri, silenziosamente svegliarono il pastore, toccandone il viso con la zampa.
Resosi conto del pericolo, il pastore fece un cenno ai cani affinché si appostassero; al momento giusto, sul comando del pastore i cani attaccarono.
L'attacco fu così veloce che i banditi, benché muniti di armi da fuoco, non ebbero il tempo di opporre resistenza, e vennero catturati dal pastore.
Egli, magnanimo, a mio avviso ingiustamente, liberò i banditi con la promessa che non ripetessero il tentato furto.
I fratelli Pintore lodarono per il resto della loro vita sciagurata le qualità dei cani di G. Loddo, detto Addai.
Questa storia si ritrova su diversi libri, ed anche su internet, ma ho avuto occasione di sentirla raccontare da G.loddo in persona, naturalmnte il figlio, essendo il padre morto da molti anni. Benché quasi ottantenne, svolge ancora attività pastorale, e vive nella nurra, a circa quindici km. dalla casa dei miei genitori.
La linea Addai fornisce cani molto vigili ed attenti col bestiame, ed il suo sangue scorre, per parte di madre, anche nelle vene del mio Josto.
Ringrazio quanti hanno apprezzato il mio cucciolo.
Saluti.
la storia dei pastori Fonnesi che catturarono due ricercati merita qualche riga di racconto.
Il pastore proprietario di quei cani si chiamava Giovanni Loddo, padre del Giovanni Loddo tuttora vivente e che seguita la tradizione pastorale del padre, inclusa chiaramente quella dell'allevamento e selezione del Pastore Fonnese.
I suoi cani sono di tale qualità che l'università di Sassari, impegnata in un lavoro di mappatura genetica e di ricerca scientifica sul Pastore Fonnese li hainseriti nel suo piano di lavoro seguendone l'allevamento con particolare attenzione.
Giovanni Loddo padre ricopre un ruolo di particolare importanza nella storia del pastore Fonnese, dato che fu lui a dare il via alla linea cosidetta "ADDAI", che resta una delle due maggiormente diffuse.
I banditi erano i temutissimi fratelli Pintore, responsabili di molti crimini efferati, che terminarono la loro esistenza, rispettivamente, in un conflitto a fuoco e sul patibolo.
La vicenda.
Nel cuore della notte i fratelli Pintore si erano avvicinati, silenziosi e furtivi, al gregge del pastore Giovanni Loddo, il quale però disponeva di ottimi pastori Fonnesi.
I cani, accortisi dei ladri, silenziosamente svegliarono il pastore, toccandone il viso con la zampa.
Resosi conto del pericolo, il pastore fece un cenno ai cani affinché si appostassero; al momento giusto, sul comando del pastore i cani attaccarono.
L'attacco fu così veloce che i banditi, benché muniti di armi da fuoco, non ebbero il tempo di opporre resistenza, e vennero catturati dal pastore.
Egli, magnanimo, a mio avviso ingiustamente, liberò i banditi con la promessa che non ripetessero il tentato furto.
I fratelli Pintore lodarono per il resto della loro vita sciagurata le qualità dei cani di G. Loddo, detto Addai.
Questa storia si ritrova su diversi libri, ed anche su internet, ma ho avuto occasione di sentirla raccontare da G.loddo in persona, naturalmnte il figlio, essendo il padre morto da molti anni. Benché quasi ottantenne, svolge ancora attività pastorale, e vive nella nurra, a circa quindici km. dalla casa dei miei genitori.
La linea Addai fornisce cani molto vigili ed attenti col bestiame, ed il suo sangue scorre, per parte di madre, anche nelle vene del mio Josto.
Ringrazio quanti hanno apprezzato il mio cucciolo.
Saluti.
Josto- Numero di messaggi : 19
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Re: MASTINO FONNESE
Grazie Josto,e una storia bellissima di altri tempi,e leggere questa narrazione ti fai un film nella testa e quasi vedi la scena
Ciao e ancora grazie Massimo
Ciao e ancora grazie Massimo
fox- Numero di messaggi : 2767
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Re: MASTINO FONNESE
visto che è iscritto, Marco (dalla Sardegna) potrebbe scrivere qualcosa sul loro cane autoctono
Re: MASTINO FONNESE
Ciao Josto,grazie per averlo pubblicato,io non sò come si fà
fox- Numero di messaggi : 2767
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Re: MASTINO FONNESE
Grazie per lì'informazione, estremamente interessante.
Spero riusciremo a breve a farne uno di asiatici....
Spero riusciremo a breve a farne uno di asiatici....
Re: MASTINO FONNESE
ciao Josto,grazie grazie davvero sono delle belle foto,posta più spesso di questa razza,dacci tutte le informazioni,e se già esiste uno standard di razza.
P.S mio fratello vive a Cagliari dal 96,per Natale viene a trovarci,se avessi avuto una casa con terreno.....
P.S mio fratello vive a Cagliari dal 96,per Natale viene a trovarci,se avessi avuto una casa con terreno.....
fox- Numero di messaggi : 2767
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È un vero piacere vedere dell'interesse su quest razza così poco conosciuta fuori dai confini della Sardegna, e rispondo volentieri alla richiesta di altre informazioni a riguardo.
Per quanto riguarda la stesura di una proposta di standard, tale lavoro è stato presentato dall'Università di Sassari nel 2009, nel corso di un convegno tenutosi a Fonni.
Per quanto, è ben precisarlo, l'Università stia svolgendo un buon lavoro per lo studio e la tutela del pastore Fonnese, la proposta di standard è fortemente discutibile nel merito e, sopratutto, nel metodo.
Sono dell'avviso che sia stato fatta una commistione di approcci positivi e deduzioni normative che rendono inaffidabile la proposta di standard dell'Università.
Giusto per fornire qualche spunto di riflessione, richiamo l'attenzione sull'altezza al garrese ed il peso previsti dallo standard, che devono essere, rispettivamente, AL MASSIMO 60 cm e 35 kg. di peso.
Sono in possesso di un pastore fonnese della cui purezza è impossibile dubitare: se ne conoscono gli ascendenti sino a sei generazioni indietro, se ne conoscono i proprietari, spesso personaggi di grande rilievo nel mondo degli allevatori di questa razza, quasi sempre persone che utilizzano i cani nel lavoro concreto delle campagne.
Io stesso ho visto di persona uno dei trisnonni del mio cane, di proprietà ed allevamento Addai.
Il padre del mio pastore fonnese è stato riconosciuto, in occasione di esposizioni organizzate, negli ultimi due anni come il pastore fonnese migliore, ed è un cane che vive e lavora in campagna, in un gregge di trecento pecore. Per parte di madre è certa la discendenza Addai.
Il DNA del mio Fonnese è stato prelevato dall'università di Sassari, la quale, Giovedì 4 Novembre ha anche svolto tutta una serie di rilievi biometrici (prelievo del sangue e misure).
È anuro del tutto naturale, di colore sorgolinu, tratti tipicissimi della razza.
Bene, il mio Josto era alto oltre 62 cm. al garrese all'età di sette mesi e venti giorni (misurati dall'università di Sassari con la strumentazione adatta), e pesa 32 kg, ad otto mesi appena compiuti.
Qui di seguito riporto la proposta di standard, sul quale si può discutere per comprenderne l'errore di fondo.
PROPOSTA DI STANDARD DEL CANE FONNESE
ORIGINE:
Italia – Regione Sardegna, presente in gran parte dell’isola.
Utilizzazione:
Eccellente cane da guardia e da custodia del gregge.
CLASSIFICAZIONE F.C.I.:
Gruppo 2
Pinscher e Schnauzer
Molossi e cani bovari Svizzeri
Cani da Montagna
Aspetto generale:
Cane di media mole. La sua conformazione è quella di un mesomorfo il cui tronco supera di poco l’altezza al garrese.
Comportamento e carattere: cane da lavoro, non si mostra mai astioso con gli animali di cui si prende cura, ma sa essere, all’occorrenza, ottimo guardiano contro i possibili predatori (volpi o cani randagi). Fedele alle sue origine rustiche, deve essere trattato come un vero compagno sul quale si può sempre fare affidamento. Per vivere in armonia con lui, bisogna conoscere la specie canina ed apprezzarne la sua primitiva rusticità, la sua intelligenza, la dignità e lo spiccato istinto per guardia. Se non lavora, deve svolgere un’attività fisica adeguata per conservare il suo innato equilibrio.
Proporzioni importanti:
Altezza al garrese:
Maschi 56-60 cm.
Femmine 52-56 cm.
La lunghezza del tronco supera del 5 – 10% l’altezza al garrese.
La lunghezza totale della testa, dalla cresta occipitale al tartufo, è assai prossima al 38% dell’altezza al garrese.
Testa: mesomorfa, con cresta occipitale ben rilevata e tartufo largo, carnoso e nero. Il rapporto lunghezza del cranio – lunghezza del muso è di 1 a 1.
Regione cranica: il cranio è leggermente convesso e la sua lunghezza bizigomatica è pari alla sua lunghezza. Le arcate bi zigomatiche sono evidenti e i seni frontali non sono molto pronunciati.
Regione facciale:
- Il tartufo è posto sulla stessa linea della canna nasale, deve essere voluminoso, con narici larghe e aperte.
- Il muso è di grande potenza , con facce laterali leggermente convergenti verso il tartufo. Frontalmente si presenta come iscritto in un quadrato. Il limite inferiore del muso è dato dalla mandibola.
- Le labbra devono essere ben stese e aderenti e presentano mucose sempre pigmentate.
- Denti bianchi, ben sviluppati, regolarmente allineati, completi per numero. I canini sono in opposizione tra loro (chiusura a tenaglia) o quelli della mascella sfiorano, con la loro faccia posteriore, la faccia anteriore di quelli della mandibola (chiusura a forbice).
- Occhi: lo sguardo di questi animali è molto intenso e caratteristico e rappresenta un elemento di tipicità della razza. L’espressione è un po’ triste, profonda, autorevole e presentano una caratteristica faccia da scimmia, dovuta al fatto che gli occhi, ovali e non grandi, risultano tra loro ravvicinati, in posizione frontale, con arcate sopraciliari di notevole sviluppo. Il loro colore è ambra in tutte le sue tonalità e le palpebre devono essere pigmentate e ben aderenti al bulbo oculare
- Le orecchie: sono di forma triangolare, non troppo lunghe (7-8 cm) al disopra dell’arcata bi zigomatica, portate pendenti e, in attenzione, ben aderenti alle guance.
Collo:
Vigoroso, solido e muscoloso, di media lunghezza, pari a circa un terzo dell’altezza al garrese, privo di giogaia, si raccorda armoniosamente alle spalle e al garrese.
Tronco:
- La sua lunghezza supera del 5-10% l’altezza al garrese.
- La linea superiore retta ed orizzontale, con garrese poco pronunciato.
- Il dorso è largo e lungo circa un terzo dell’altezza al garrese.
- La regione lombare si fonde armonicamente con il dorso.
- Il costato è moderatamente ampio, con costole un po’ cerchiate. La circonferenza del torace, misurata ai gomiti, è superiore del 25% dell’altezza al garrese.
- La groppa, robusta e muscolosa, presenta una inclinazione rispetto all’orizzontale di circa 15 gradi
- Petto moderatamente ampio con muscoli ben sviluppati e la sua larghezza è in stretto rapporto con l’ampiezza del costato. Il manubrio dello sterno è situato al livello della punta dell’articolazione scapolo-omerale.
- La coda, inserita non molto alta, ha una base larga, grossa alla radice, robusta, che va via via affusolandosi verso l’estremità. La sua lunghezza supera di poco l’articolazione al garretto. In riposo ha la forma di manico di pompa. Non dovrà mai essere portata eretta e in movimento supera di poco la linea del dorso. Alcuni esemplari possono nascere anuri o brachiuri.
- La coda non potrà mai essere amputata.
Arti anteriori:
- Solidi e asciutti, dritti, si presentano in appiombo sia di fronte che di profilo. I piedi sono ovali, con dita raccolte e con cuscinetti plantari neri, duri e resistenti. Le unghie sono sempre nere e solide.
- Spalla con muscolatura ben solida e con articolazione scapolo/omerale di 110-120 gradi. Fermamente aderente al corpo.
- Avambraccio leggermente più lungo del braccio che risulta inclinato di circa 60 gradi rispetto all’orizzontale.
- Gomiti ben aderenti. Metacarpo moderatamente lungo e non molto inclinato (circa 10 gradi rispetto alla verticale), presenza di speroni.
Arti posteriori:
- Solidi e muscolosi, con buoni appiombi, tanto da dare l’immagine della potenza e della agilità.
Coscia larga e flessa (circa 75 gradi rispetto all’orizzontale) l’angolo femoro-tibio-rotuleo è di circa 125/130 gradi.
- Gamba moderatamente lunga e muscolosa.
- Garretto lungo in proporzione alla lunghezza della gamba. Verticale.visto da dietro è parallelo al piano mediano del corpo. Presenta un angolo tibio-tarsico di circa 150 gradi. Piedi compatti, con cuscinetti plantari duri e pigmentati. Unghie forti, nere e solide. Presenza di speroni.
Andatura:
Agile e sciolta. Al trotto il posteriore imprime una notevole spinta e l’anteriore allunga moderatamente. Al galoppo si muove con grande agilità, superando di slancio le asperità del terreno in cui opera.
Pelle:
Spessa ben pigmentata, aderente alle varie parti del corpo, non presenta giogaia al collo.
Mantello:
Il pelo è caprino, munito di folto e denso sottopelo lanoso, di una lunghezza di 5-7 cm, più corto agli arti, quasi raso al muso, dove presenta ispide difese agli occhi e barba al mento. Esiste una varietà a pelo raso, per altro oggi rara. I colori ammessi sono il nero, il cenere, nelle sue varie tonalità, ed il miele. Questi ultimi possono essere anche tigrati, e sono ritenuti i più antichi.
Nei maschi il pelo forma una criniera al collo.
Peso:
Maschi 29-35 kg
Femmine 25-30 kg.
I maschi devono presentare due testicoli di aspetto normale e scesi nello scroto.
Difetti:
- Ogni deviazione dal presente standard è da considerarsi un difetto difetto.
- Depigmentazioni parziali delle mucose labiali e palpebrali.
- Mancanza di P1.
- Mancanza di sostanza o eccesso di peso.
- Dimorfismo non bene evidente.
- Coda arrotolata e ripiegata sul dorso.
- Andatura pesante.
Difetti gravi:
- Espressione atipica.
- Bianco alle estremità.
- Orecchie erette.
- Linea dorsale insellata, debole o cifotica.
- Grave vacciniamo e/o mancinismo.
- Mancanza di premolari (oltre i P1) o molari. Incisivi piccoli o non allineati.
- Gravi depigmentazioni alle mucose palpebrali e labiali o al tartufo.
Difetti eliminatori da giudizio:
- Prognatismo.
- Mancanza di incisivi.
- Albinismo.
- Coda amputata, oltre la data del D.M. che ne vieta il taglio.
- Taglie inferiori o superiori di 3 cm rispetto ai massimi e minimi previsti dal presente standard.
Difetti da squalifica:
- Enognatismo.
- Monorchidismo.
- Criptorchidismo.
Saluti.
Per quanto riguarda la stesura di una proposta di standard, tale lavoro è stato presentato dall'Università di Sassari nel 2009, nel corso di un convegno tenutosi a Fonni.
Per quanto, è ben precisarlo, l'Università stia svolgendo un buon lavoro per lo studio e la tutela del pastore Fonnese, la proposta di standard è fortemente discutibile nel merito e, sopratutto, nel metodo.
Sono dell'avviso che sia stato fatta una commistione di approcci positivi e deduzioni normative che rendono inaffidabile la proposta di standard dell'Università.
Giusto per fornire qualche spunto di riflessione, richiamo l'attenzione sull'altezza al garrese ed il peso previsti dallo standard, che devono essere, rispettivamente, AL MASSIMO 60 cm e 35 kg. di peso.
Sono in possesso di un pastore fonnese della cui purezza è impossibile dubitare: se ne conoscono gli ascendenti sino a sei generazioni indietro, se ne conoscono i proprietari, spesso personaggi di grande rilievo nel mondo degli allevatori di questa razza, quasi sempre persone che utilizzano i cani nel lavoro concreto delle campagne.
Io stesso ho visto di persona uno dei trisnonni del mio cane, di proprietà ed allevamento Addai.
Il padre del mio pastore fonnese è stato riconosciuto, in occasione di esposizioni organizzate, negli ultimi due anni come il pastore fonnese migliore, ed è un cane che vive e lavora in campagna, in un gregge di trecento pecore. Per parte di madre è certa la discendenza Addai.
Il DNA del mio Fonnese è stato prelevato dall'università di Sassari, la quale, Giovedì 4 Novembre ha anche svolto tutta una serie di rilievi biometrici (prelievo del sangue e misure).
È anuro del tutto naturale, di colore sorgolinu, tratti tipicissimi della razza.
Bene, il mio Josto era alto oltre 62 cm. al garrese all'età di sette mesi e venti giorni (misurati dall'università di Sassari con la strumentazione adatta), e pesa 32 kg, ad otto mesi appena compiuti.
Qui di seguito riporto la proposta di standard, sul quale si può discutere per comprenderne l'errore di fondo.
PROPOSTA DI STANDARD DEL CANE FONNESE
ORIGINE:
Italia – Regione Sardegna, presente in gran parte dell’isola.
Utilizzazione:
Eccellente cane da guardia e da custodia del gregge.
CLASSIFICAZIONE F.C.I.:
Gruppo 2
Pinscher e Schnauzer
Molossi e cani bovari Svizzeri
Cani da Montagna
Aspetto generale:
Cane di media mole. La sua conformazione è quella di un mesomorfo il cui tronco supera di poco l’altezza al garrese.
Comportamento e carattere: cane da lavoro, non si mostra mai astioso con gli animali di cui si prende cura, ma sa essere, all’occorrenza, ottimo guardiano contro i possibili predatori (volpi o cani randagi). Fedele alle sue origine rustiche, deve essere trattato come un vero compagno sul quale si può sempre fare affidamento. Per vivere in armonia con lui, bisogna conoscere la specie canina ed apprezzarne la sua primitiva rusticità, la sua intelligenza, la dignità e lo spiccato istinto per guardia. Se non lavora, deve svolgere un’attività fisica adeguata per conservare il suo innato equilibrio.
Proporzioni importanti:
Altezza al garrese:
Maschi 56-60 cm.
Femmine 52-56 cm.
La lunghezza del tronco supera del 5 – 10% l’altezza al garrese.
La lunghezza totale della testa, dalla cresta occipitale al tartufo, è assai prossima al 38% dell’altezza al garrese.
Testa: mesomorfa, con cresta occipitale ben rilevata e tartufo largo, carnoso e nero. Il rapporto lunghezza del cranio – lunghezza del muso è di 1 a 1.
Regione cranica: il cranio è leggermente convesso e la sua lunghezza bizigomatica è pari alla sua lunghezza. Le arcate bi zigomatiche sono evidenti e i seni frontali non sono molto pronunciati.
Regione facciale:
- Il tartufo è posto sulla stessa linea della canna nasale, deve essere voluminoso, con narici larghe e aperte.
- Il muso è di grande potenza , con facce laterali leggermente convergenti verso il tartufo. Frontalmente si presenta come iscritto in un quadrato. Il limite inferiore del muso è dato dalla mandibola.
- Le labbra devono essere ben stese e aderenti e presentano mucose sempre pigmentate.
- Denti bianchi, ben sviluppati, regolarmente allineati, completi per numero. I canini sono in opposizione tra loro (chiusura a tenaglia) o quelli della mascella sfiorano, con la loro faccia posteriore, la faccia anteriore di quelli della mandibola (chiusura a forbice).
- Occhi: lo sguardo di questi animali è molto intenso e caratteristico e rappresenta un elemento di tipicità della razza. L’espressione è un po’ triste, profonda, autorevole e presentano una caratteristica faccia da scimmia, dovuta al fatto che gli occhi, ovali e non grandi, risultano tra loro ravvicinati, in posizione frontale, con arcate sopraciliari di notevole sviluppo. Il loro colore è ambra in tutte le sue tonalità e le palpebre devono essere pigmentate e ben aderenti al bulbo oculare
- Le orecchie: sono di forma triangolare, non troppo lunghe (7-8 cm) al disopra dell’arcata bi zigomatica, portate pendenti e, in attenzione, ben aderenti alle guance.
Collo:
Vigoroso, solido e muscoloso, di media lunghezza, pari a circa un terzo dell’altezza al garrese, privo di giogaia, si raccorda armoniosamente alle spalle e al garrese.
Tronco:
- La sua lunghezza supera del 5-10% l’altezza al garrese.
- La linea superiore retta ed orizzontale, con garrese poco pronunciato.
- Il dorso è largo e lungo circa un terzo dell’altezza al garrese.
- La regione lombare si fonde armonicamente con il dorso.
- Il costato è moderatamente ampio, con costole un po’ cerchiate. La circonferenza del torace, misurata ai gomiti, è superiore del 25% dell’altezza al garrese.
- La groppa, robusta e muscolosa, presenta una inclinazione rispetto all’orizzontale di circa 15 gradi
- Petto moderatamente ampio con muscoli ben sviluppati e la sua larghezza è in stretto rapporto con l’ampiezza del costato. Il manubrio dello sterno è situato al livello della punta dell’articolazione scapolo-omerale.
- La coda, inserita non molto alta, ha una base larga, grossa alla radice, robusta, che va via via affusolandosi verso l’estremità. La sua lunghezza supera di poco l’articolazione al garretto. In riposo ha la forma di manico di pompa. Non dovrà mai essere portata eretta e in movimento supera di poco la linea del dorso. Alcuni esemplari possono nascere anuri o brachiuri.
- La coda non potrà mai essere amputata.
Arti anteriori:
- Solidi e asciutti, dritti, si presentano in appiombo sia di fronte che di profilo. I piedi sono ovali, con dita raccolte e con cuscinetti plantari neri, duri e resistenti. Le unghie sono sempre nere e solide.
- Spalla con muscolatura ben solida e con articolazione scapolo/omerale di 110-120 gradi. Fermamente aderente al corpo.
- Avambraccio leggermente più lungo del braccio che risulta inclinato di circa 60 gradi rispetto all’orizzontale.
- Gomiti ben aderenti. Metacarpo moderatamente lungo e non molto inclinato (circa 10 gradi rispetto alla verticale), presenza di speroni.
Arti posteriori:
- Solidi e muscolosi, con buoni appiombi, tanto da dare l’immagine della potenza e della agilità.
Coscia larga e flessa (circa 75 gradi rispetto all’orizzontale) l’angolo femoro-tibio-rotuleo è di circa 125/130 gradi.
- Gamba moderatamente lunga e muscolosa.
- Garretto lungo in proporzione alla lunghezza della gamba. Verticale.visto da dietro è parallelo al piano mediano del corpo. Presenta un angolo tibio-tarsico di circa 150 gradi. Piedi compatti, con cuscinetti plantari duri e pigmentati. Unghie forti, nere e solide. Presenza di speroni.
Andatura:
Agile e sciolta. Al trotto il posteriore imprime una notevole spinta e l’anteriore allunga moderatamente. Al galoppo si muove con grande agilità, superando di slancio le asperità del terreno in cui opera.
Pelle:
Spessa ben pigmentata, aderente alle varie parti del corpo, non presenta giogaia al collo.
Mantello:
Il pelo è caprino, munito di folto e denso sottopelo lanoso, di una lunghezza di 5-7 cm, più corto agli arti, quasi raso al muso, dove presenta ispide difese agli occhi e barba al mento. Esiste una varietà a pelo raso, per altro oggi rara. I colori ammessi sono il nero, il cenere, nelle sue varie tonalità, ed il miele. Questi ultimi possono essere anche tigrati, e sono ritenuti i più antichi.
Nei maschi il pelo forma una criniera al collo.
Peso:
Maschi 29-35 kg
Femmine 25-30 kg.
I maschi devono presentare due testicoli di aspetto normale e scesi nello scroto.
Difetti:
- Ogni deviazione dal presente standard è da considerarsi un difetto difetto.
- Depigmentazioni parziali delle mucose labiali e palpebrali.
- Mancanza di P1.
- Mancanza di sostanza o eccesso di peso.
- Dimorfismo non bene evidente.
- Coda arrotolata e ripiegata sul dorso.
- Andatura pesante.
Difetti gravi:
- Espressione atipica.
- Bianco alle estremità.
- Orecchie erette.
- Linea dorsale insellata, debole o cifotica.
- Grave vacciniamo e/o mancinismo.
- Mancanza di premolari (oltre i P1) o molari. Incisivi piccoli o non allineati.
- Gravi depigmentazioni alle mucose palpebrali e labiali o al tartufo.
Difetti eliminatori da giudizio:
- Prognatismo.
- Mancanza di incisivi.
- Albinismo.
- Coda amputata, oltre la data del D.M. che ne vieta il taglio.
- Taglie inferiori o superiori di 3 cm rispetto ai massimi e minimi previsti dal presente standard.
Difetti da squalifica:
- Enognatismo.
- Monorchidismo.
- Criptorchidismo.
Saluti.
Josto- Numero di messaggi : 19
Data d'iscrizione : 18.12.09
Re: MASTINO FONNESE
Tempo fa, trovandomi dalle parti di Sant' Anna Arresi, quando non sapevo ancora dell' esistenza della razza, un contadino mi ha fatto vedere il suo cane, nominandomi per la prima volta il MASTINO FONNESE ed insegnandomi che il manto, che io definivo tigrato, si dice in sardo "sorgolinu".
Era un cane imponente ma snello, diffidente quanto basta, che si è fatto toccare un attimo, senza dare confidenza e non perdendomi di vista un attimo mentre stavo vicino al suo padrone.
Complimenti per la "simpatia" della razza : da' l' impressione di un' ottimo guardiano senza essere ... esagerato
Era un cane imponente ma snello, diffidente quanto basta, che si è fatto toccare un attimo, senza dare confidenza e non perdendomi di vista un attimo mentre stavo vicino al suo padrone.
Complimenti per la "simpatia" della razza : da' l' impressione di un' ottimo guardiano senza essere ... esagerato
Re: MASTINO FONNESE
Grazie Josto,sai se esistono libri di questa razza?
Grazie ancora
Massimo
Grazie ancora
Massimo
fox- Numero di messaggi : 2767
Data d'iscrizione : 30.07.09
Età : 60
Località : genova
Re: MASTINO FONNESE
Sì, esiste un libro sulle razze sarde, dedicato particolarmente al pastore Fonnese ed al Dogo Sardo.
Il libro si intitola "Canis Gherradoris", autore Roberto Balia editore "PTM Editrice" di Mogoro, in Sardegna.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
È un buon libro, ricco di documentazione ed aneddoti, il cui autore, serio studioso e conoscitore delle razze canine sarde, è prematuramente scomparso nell'estate appena trascorsa.
Saluti.
Il libro si intitola "Canis Gherradoris", autore Roberto Balia editore "PTM Editrice" di Mogoro, in Sardegna.
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È un buon libro, ricco di documentazione ed aneddoti, il cui autore, serio studioso e conoscitore delle razze canine sarde, è prematuramente scomparso nell'estate appena trascorsa.
Saluti.
Ultima modifica di Josto il Dom Nov 28, 2010 9:44 pm - modificato 1 volta.
Josto- Numero di messaggi : 19
Data d'iscrizione : 18.12.09
Re: MASTINO FONNESE
grazie delle info e speriam oche farete un altro incontro-raduno con le razze sarde..e ci posterai le foto.
chrisdog- Numero di messaggi : 29
Data d'iscrizione : 27.04.10
Pagina 1 di 2 • 1, 2
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